La terapia sostitutiva con levotiroxina per i pazienti affetti da ipotiroidismo si fonda su regole relativamente semplici, in particolare sulla posologia pro chilo, sull’età del paziente da porre in terapia e relativo target terapeutico dei valori di TSH, e sul motivo per cui la terapia è stata iniziata (post-chirurgica totale o parziale per neoplasia, per malattia tiroidea benigna, patologia autoimmune primitiva, ipotiroidismo congenito, alterata funzione tiroidea in gravidanza, ipotiroidismo transitorio in età pediatrica ecc.).
Ciononostante, i pazienti ipotiroidei sia a causa del range molto ampio di età in cui si distribuiscono prevalenza e incidenza della malattia, sia a causa della presenza di patologie o terapie farmacologiche concomitanti spesso non riescono a mantenere nel tempo un range di TSH in target terapeutico, alternando marcate fluttuazioni dei valori della funzione tiroidea e creando una base per alterazioni metaboliche e insorgenza di sintomi spesso di difficile individuazione in quanto sovrapponibili e molto simili ad altre condizioni cliniche.
Un attento uso della levotiroxina, in tutte le sue formulazioni, prevede la conoscenza adeguata dei tratti del sistema gastroenterico ove la terapia viene assorbita, l’individuazione di possibili fattori confondenti, a partire dalle eventuali patologie concomitanti per proseguire con le interferenze alimentari e farmacologiche.
Questa FAD, prendendo spunto da una survey corredata da quesiti pratici e dubbi condivisi con i colleghi MMG, si pone l’obiettivo di incrementare la comunicazione tra MMG e specialista endocrinologo, condividendo il programma terapeutico dei pazienti cronici affetti da tutte le forme di ipotiroidismo, al fine di migliorare la compliance del paziente alla cura sfatando alcuni miti e inappropriate modalità di assunzione della terapia.